TORINO: CANALE C, ADDIO!
di
Giorgio Villa
C'era una volta...... (sì, davvero c'era una volta, perchè adesso non c'è più) il primo ed unico canale televisivo italiano.
Per ragioni storiche recentemente tornate alla luce e riportate alla memoria di chi vive l'attuale spostamento degli standard di trasmissione televisivi dalla modulazione analogica a quella digitale, il primo esperimento stabile di trasmissione televisiva in Italia fu effettuato a Torino.
Fu usato un trasmettitore televisivo che gli americani installarono sulla collina prospiciente la città di Torino quando, verso la fine della seconda guerra mondiale, arrivarono a liberare il capoluogo piemontese dall'occupazione tedesca. Attraverso quel trasmettitore ed il suo collegamento audio e video con gli aerei bombardieri si sperimentavano gli albori di una tecnica di "guerra intelligente" che negli anni successivi avrebbe sempre più fatto strada verso il tentativo di selezionare gli obbiettivi militarmente interessanti da colpire rispetto alle installazioni ed abitazioni civili che devono essere risparmiate.
Finita la guerra gli americani al momento di abbandonare Torino trovarono che smontare e trasportare in altro luogo le installazioni televisive che si trovavano sulla collina dell'Eremo sarebbe stato troppo costoso ed allora lasciarono il trasmettitore dove si trovava e poco dopo lo regalarono alla città.
Le due torri trasmittenti della RAI sull'Eremo viste dall'interno della città di Torino
Naturalmente dato il contenuto tecnico del materiale, questo andò presto in carico all'ente che curava le trasmissioni nel paese, la RAI Radio Italiana, che a quei tempi non si chiamava ancora Radiotelevisione Italiana.
Il trasmettitore americano originariamente operava nello standard in uso oltremare: 525 linee per quadro, 30 quadri al secondo (per l'utilizzo con la frequenza di rete di 60 Hz), audio in FM, media frequenza audio 4,5 MHz in un canale di frequenza largo 6 MHz che per caso era il canale 6 americano, in termini internazionali chiamato A6, situato con la portante video a 83,25 MHz e la portante audio a 87,75 MHz.
Non appena fu necessario usare il trasmettitore per le prime prove della televisione italiana che stava per nascere, si dovette adeguarlo allo standard europeo nel frattempo appena definito e un poco diverso dallo standard americano: 625 linee per quadro, 25 quadri al secondo (per l'utilizzo con la frequenza di rete di 50 Hz), audio in FM, media frequenza audio 5,5 MHz in un canale di frequenza largo 7 MHz.
L'operazione più semplice da fare per adeguare un trasmettitore a standard americano alle norme europee comprendeva come principale effetto per allargare il canale di un MHz lo spostamento in basso, per l'appunto di un MHz, della portante video da 83,25 a 82,25 mentre la portante audio rimaneva ferma a 87,75 verso l'inizio della banda FM.
Nacque quindi un canale televisivo in banda 2 che non era previsto negli standard europei, in cui i canali televisivi erano tre in banda 1, da 47 a 54 MHz e sei in banda 3, da 174 a 216 MHz. L'Italia, orograficamente difficile da "coprire" con un segnale sufficientemente affidabile per un servizio televisivo, prevedendo di dovere utilizzare canali adiacenti in località vicine tra loro, scelse di limitare a due i canali in banda 1 ed a cinque i canali in banda 3 distanziandoli tra di loro più di quanto lo standard europeo stabiliva.
Così al posto dei canali europei E2, E3 ed E4 in Italia furono usati i canali A e B in banda 1, al posto dei canali E5, E6, E7, E8 E9 ed E10 in Italia furono usati i canali D, E, F, G ed H in banda 3.
Il canale "fuori norma" in banda 2 adiacente alla FM che proveniva dalla trasformazione del trasmettitore di Torino dal canale americano A6 in standard europeo fu chiamato canale C.
Il canale C nella storia della televisione italiana fu adottato anche per ripetitori di altri luoghi ma solo per un periodo limitato negli anni e non fu mai usato per centri trasmittenti di una certa potenza tranne che a Torino.
Le due torri trasmettenti dell'Eremo arrivando da Torino verso la cima del colle.
Uno dei primi ripetitori RAI che usarono il canale C fu Bordighera. Per la sua vicinanza al confine francese e la possibilità di generare disturbi al paese vicino da parte di una frequenza fuori standard questo ripetitore fu presto sostituito da una frequenza in banda UHF. Pochi altri casi di ripetitori RAI che usano il canale C si ricordano in tutta Italia. Mi pare che fossero in tutto non più di quattro: Fano Adriano in provincia di Teramo, Stalettì in provincia di Catanzaro, Santa Lucia del Mela e Galati Mamertino in provincia di Messina. Tutte le frequenze usate dalla prima rete RAI per il canale C in questi luoghi sono poi state sostituite da frequenze in banda UHF. Anche qualche ripetitore privato in qualche zona d'Italia sicuramente avrà usato in passato il canale C.
Io ricordo in particolare che verso la fine degli anni '60 c'era un ripetitore privato che serviva il paese di San Lorenzo al Mare in provincia di Imperia e che funzionava sul canale C.
La sua potenza era di 16 kW portante video e 3,2 kW portante audio. La sua portata utile andava da Cuneo verso Sud fino ad Ivrea e all'imbocco della Valle d'Aosta verso Nord, dalla valle di Susa verso Ovest fino alla città di Asti verso Est.
In direzione della rimanente maggior parte della pianura padana da Asti in avanti il servizio su RAI Uno veniva ripreso dal trasmettitore di Monte Penice, con potenza di 100 kW sul canale B.
La sommità della prima torre dell'Eremo mostra nella sua sezione quadrata le antenne della FM in basso e quelle del canale C, di poco più grandi, in alto.
Le antenne della FM sono a polarizzazione incrociata, quelle del canale C a polarizzazione orizzontale pura.
Nella sezione ancora superiore dietro lo schermo cilindrico si trovano le antenne dei canali in UHF.
Negli anni dalla nascita della televisione italiana al 1960 questo fu l'unico trasmettitore in servizio per la città di Torino e le zone limitrofe. La sua torre trasmittente supportava le antenne del canale C e anche quelle in uso dai tre programmi radiofonici trasmessi in FM.
Nel 1960 quando incominciarono i test per il futuro secondo canale televisivo RAI che avrebbe usato la banda UHF il centro trasmittente di Torino Eremo venne dotato di un nuovo trasmettitore operante sul canale 30. Questo trasmettitore all'inizio venne messo in funzione al mattino in occasione di mostre e saloni di svariato genere allestite a Torino per la trasmissione di film allo scopo di aggiungere l'ultima novità in dimostrazione nei padiglioni della RAI ed avere in tutte le ore del giorno un programma dimostrativo. Ricordiamoci che a quel tempo il programma nazionale iniziava le sue trasmissioni solamente nel pomeriggio ed al mattino irradiava solamente il monoscopio.
Successivamente anche quando non c'erano saloni veniva irradiato sul canale in UHF il monoscopio con una vistosa grande cifra 2 campeggiante al suo centro. Il programma nazionale di conseguenza aggiunse al proprio monoscopio una grande N.
Si potevano così effettuare le prime prove e le prime messe a punto di un sistema di antenne a frequenza diversa imparando ad usare dispositivi migliori e recenti quali miscelatori VHF/UHF e cavi coassiali a basse perdite per le frequenze più alte.
Nel 1961 il centro trasmittente di Torino insieme ad altri tre centri a Milano, Roma e Napoli aggiunse ai tre trasmettitori delle reti Radio RAI in FM un quarto trasmettitore destinato ad irradiare il programma di musica classica del quinto canale della filodiffusione, Auditorium, in stereofonia.
La radio FM in stereofonia restò in Italia un fatto sperimentale ridotto a queste quattro città per oltre vent'anni poichè le regolari trasmissioni stereo sulle tre reti principali incominciarono solamente nel Novembre 1982.
Particolare della sezione intermedia della prima torre dell'Eremo con le antenne della FM in basso (6 ordini sovrapposti) e del canale C in alto (8 ordini sovrapposti).
Il secondo programma televisivo italiano fu inaugurato ufficialmente nel 1962 ed utilizzò per la zona di Torino il già ben collaudato trasmettitore sul canale 30, da 200 kW. Il terzo programma televisivo invece iniziò nel 1979 e comportò nel centro di Torino Eremo l'installazione di un ulteriore trasmettitore che venne fatto operare sul canale 40 UHF con 400 kW.
La storia della nostra televisione continua negli anni successivi ed il centro dell'Eremo non vide sostanziali cambiamenti fino a verso la metà degli anni '80 quando la RAI decise che il canale C non poteva più rimanere a rappresentare la gestione della prima rete nazionale RAI, che nel frattempo aveva cambiato nome ed era stata ribattezzata RAI Uno.La situazione del canale C in una frequenza fuori legge e la conseguente impossibilità di aumentarne la potenza incominciava a rendere il servizio di RAI Uno più problematico delle altre due reti in zona. Fu così deciso di inaugurare un nuovo trasmettitore per RAI Uno sempre in banda UHF che affiancò il vecchio canale C sul canale 55 con 400kW di uscita.
La RAI presto disse che questa frequenza era la sola ufficiale per RAI Uno nella zona di Torino, smise di citare il canale C tra i trasmettitori in esercizio e consigliò agli antennisti di prevedere da allora in poi la sola ricezione della prima rete sul canale 55.
La seconda torre dell'Eremo nella sua sezione quadrata maggiore supporta altre antenne per FM, sempre a polarizzazione incrociata ed a 6 ordini sovrapposti.
Nella sezione quadrata più piccola al di sopra si vedono 4 ordini sovrapposti di dipoli in polarizzazione verticale in banda 3 VHF per il DAB.
Sulla sommità della torre, altre antenne UHF. Il centro dell'Eremo gestisce attualmente 6 canali UHF tutti contenenti Mux digitali e 6 canali FM in totale, oltre al servizio DAB.
Tutto lasciava pensare che da lì a poco il canale C sarebbe stato spento. Invece la cosa non accadde: passarono gli anni ed il canale C era sempre lì al suo posto ed in funzione. Quando la RAI passò al colore anche il canale C si adeguò e fu a colori anche lui. Ma quando il progresso portò l'audio televisivo in stereofonia questa volta il canale C restò in mono, pur sempre funzionando regolarmente.
Nella zona di Torino gli impianti di antenna non necessitavano più di una antenna speciale destinata alla captazione del canale C, ma nonostante questo diversi utenti dotati di vecchi televisori continuavano a sintonizzarsi su quel canale anzichè sul canale 55 che tra l'altro non necessitava di una antenna in più rispetto alle altre due reti. Ho visto antennisti installare antenne del canale C in impianti nuovi fino a sei mesi fa.
Sui vecchi tetti di Torino dove non ci sono ancora impianti centralizzati sopravvive una selva di antenne ciascuna ancora dotata del suo canale C.
Questa centralizzata è stata installata vicino a casa mia meno di un anno fa. L'antennista non so per quale ragione ha ancora installato
una 3 elementi Offel per il canale C. E' tuttora nuova.
In quest'altra centralizzata una 4 elementi Fracarro e la solita UHF a pannello che piace tanto agli antennisti torinesi.
Ora che tutti i canali televisivi analogici sono stati spenti a Torino il giorno 7 Ottobre 2009 il canale C è definitivamente cessato di esistere.
La riorganizzazione dei canali per il servizio in digitale ha comportato all'Eremo uno spostamento di alcune frequenze in UHF e tutti i trasmettitori già in funzione in quella banda sono stati riutilizzati proficuamente. I canali 30 e 40 non hanno neppure avuto la frequenza spostata.
In totale se volessimo incominciare a contare l'anzianità di servizio a partire dalla nascita della televisione in Italia nel 1952 si conterebbero ben 57 anni di vita attiva. Se poi volessimo incominciare a contare a partire da quando fu usato dagli americani come guida per i bombardieri nel 1945, si arriverebbe a 64 anni di esistenza con qualche pausa iniziale ma con un finale in crescendo senza interruzioni nell'arco delle 24 ore.
Ecco la ragione per cui mi commuovo vedendo che da alcuni giorni nella parte bassa della FM il suo audio non si sente più, pensando che nelle innumerevoli antenne riceventi ancora presenti sui tetti delle case di Torino e di una grande parte dell'intero Piemonte quei dipoli orizzontali lunghi 1,75 metri non raccoglieranno più ai loro morsetti una tensione di segnale utile. E ricordo la prima antenna installata sul tetto di casa mia quando avevo poco più di dieci anni. Era del canale C, naturalmente.
Addio caro canale C, compagno di quasi tutta una vita. Sei stato speciale per tutta Italia come esperimento, per tutto il Piemonte come umile ed affidabilissimo continuato servizio, per me personalmente poichè hai in parte aiutato a nascere e poi visto crescere nel tempo il mio amore per la radiotecnica e la conseguente scelta di quello che poi fu il mio mestiere.
Hai avuto connotati umani anche perchè hai vissuto per un tempo paragonabile alla vita di una persona; per questo è stato così facile affezionarsi a te e volerti bene.
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