L'amministratore delegato, che si chiama Tiso, l'avevo conosciuto in negozio Apple (che e' praticamente di fronte alla sede), e mi aveva proposto, nel suo elegante napoletano, di lavorare con loro.
Spariti anche gli arredi degli uffici che ospitavano la sede centrale di Ibs, una società finanziaria con filiali in tutta Italia smantellata nel cuore di una notte di mezzo agosto. Il giallone finanziario è oggetto di una denuncia presentata in procura
COMO - Fax, poltrone, scrivanie, computer, sedie. Di tutto il ben di Dio che componeva gli arredi di questi ambiziosi uffici al terzo piano del palazzo di piazza Grimoldi 6, in pieno centro, non resta che qualche cavo scoperto attorcigliato all’eco di un mistero inverosimile.
La sede centrale di Ibs, una società finanziaria con filiali in tutta Italia che gestisce il risparmio di un numero imprecisato di risparmiatori investendolo nel cosiddetto Forex (il mercato su cui, anziché azioni societarie, si compra e si vende valuta), è stata smantellata come una zecca clandestina nel cuore di una notte di mezzo agosto.
Sul caso indaga da sabato anche la squadra mobile della polizia questura che, nelle ultime 72 ore, ha raccolto denunce e testimonianze a raffica, in particolare da parte di promotori finanziari che si sarebbero affrettati a mettere le mani avanti. Gli angoli bui sono moltissimi, a partire da quelli che riguardano gli importi di denaro gestiti dalla società. Si parla di decine di milioni di euro, forse addirittura una cinquantina, ma non ci sono conferme. Le uniche riguardano i rapporti con gli istituti di credito. La toscana Invest banca, per esempio, una delle banche di intermediazione mobiliare alle quali la spa di piazza Grimoldi si appoggiava per effettuare le operazioni sui risparmi della clientela, ha improvvisamente revocato l’operatività a Ibs, segno che qualcosa è andato effettivamente storto. La Invest non è la sola banca coinvolta. Ce ne sono altre tre almeno: i clienti di Ibs vi aprivano un conto corrente al quale gli operatori della spa potevano liberamente attingere per investire su fondi esteri.
A depositare la denuncia su cui in queste ore lavora anche la procura di Como, è stato l’avvocato napoletano Raffaele Leone, per conto di uno dei soci del consiglio di amministrazione. Leone non dice chi sia il suo cliente ma conferma che, da giorni, nessuno risulta più reperibile: «Spariti tutti - dice - Abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di verificare quale sia la reale situazione. Ora aspettiamo risposte». Ovviamente non sono gli unici. Secondo voci raccolte nelle ultime ora ci sarebbero clienti che hanno tentato di disinvestire il proprio denaro senza riuscirci dopo avere cercato di contattare per giorni la sede di piazza Grimoldi. Il telefono squilla a vuoto, ed è anche inutile presentarsi di persona. Qui, in cima allo scalone di marmo, restano una targa, un portoncino, una porta a vetri che si apre sul nulla e la sensazione che di questa storia si parlerà ancora molto a lungo.