Trecentosessantacinque giorni fa ci salutavi.
Non avevo avuto molto tempo per conoscerti, solo qualche breve incontro; mi aveva colpito la tua tristezza lontana, un po rassegnata.
Non so dove sei, ora. Ma penso, come dice Rita Levi, che quando il corpo muore sopravvive quello che hai fatto, il messaggio che hai dato.
Grazie quindi, ancora una volta.